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  • MARIO ROSSO

IL RISCATTO DEGLI ASINI

Aggiornamento: 16 dic 2022

Le parole hanno smesso di parlare: è il tempo della lagna….

IL RISCATTO DEGLI ASINI


Alla diffusa abitudine di ragliare ininterrottamente come asini, sembra che non rimanga altro che dormire in piedi come cavalli, a chi, a questo lagnoso canto, non intenda accordarsi. Non me ne voglia l’asino, animale nobile, paziente e infaticabile, che nell'immaginario collettivo è stato ingiustamente dipinto a icona di stupidità e ignoranza, ma il cavallo, anche quando dorme, rimane, a mio personale giudizio, un animale da guardare con speranza. Con l’esplosione della “rivoluzione social” non c’è categoria umana che non si sottragga a celebrare il melodioso raglio: chi con populismo evergreen od ostentando qualsiasi cosa gli passi nella zucca, chi traslando da uno spaccone ottimismo alla più tragica disfatta. Mai si è visto così tanto inganno che memoria non ricordasse se non in quel collodiano “Paese dei Balocchi! Insomma, chi ha orecchi - d’asino ! - per intendere, intenda! Seppur di varia statura, di variegato pelo e di carattere non sempre così mite, il noto equide è ben riconoscibile dal suo raglio che sembra accomunare molti. Per noi, di questo lembo di terra a stivale, trattasi di un vero e proprio riscatto degli asini! La politica, solo perché così spudoratamente esposta, offre esempi emblematici di un certo modo di ragliare reboante e magniloquente. Non manca ad esempio il tipico “ih-oh fatto”, “ih-oh l’avevo detto” “ih-oh prometto”, e quel modo di menare freneticamente le mani nello “yo-yo, yo-yo - li mando - tutti - a – casa!”, - gioco dei tempi infantili di chi, sornionamente, avviluppa un ritorno alla felicità, srotolando vaffa a destra e a manca!. Alcuni studi recenti, condotti da “cervelli d’asino stanziali” hanno evidenziato che già Aristotele nella sua opera “Politica” - quando dichiarava che “l’uomo è per natura un animale politico “ - intendesse per “animale” l’ASINO. Sappiamo che non lo espresse chiaramente solo per rispetto dell’equide in questione, che, in tempi non sospetti, godeva di fama ben più alta del sapiente ominide. Un altro esempio lo offre la Scuola: gli asini non sono più tra i banchi, ma son saliti in cattedra! Tra gli studenti qualche cervello riesce ad andare in fuga, tutti gli altri, - dovendosi adattare – ne subiscono, inermi, il raglio. Sentirsi dar dell’asino aumenta l’autostima, a maggior ragione se chi lo dice è in cattedra: asinus asinum fricat!

Il principe Amleto – di questi tempi - aprirebbe così il suo tragico soliloquio: Ragliare o nitrire? Questo è il problema!

Totò - principe della risata - sdrammatizzerebbe con un “perbacco siamo Asini o Cavalli? Chi allude ad equini intelligenti, slanciati ed esuberanti dovrà – in verità - rassegnarsi a questo triste scenario. Di questi tempi i cavalli di razza sonnecchiano in piedi, di fronte al frastornante raglio di quelli che hanno sempre qualcosa da dire. Nessun nitrito quindi, né alcuna galoppata! Qua e là s’intravedono cavalli dormienti, assorti in un immobilismo senza pari. Aspettano che la stagione dei ragli finisca in un rauco lamento! Perché loro - quelli che dormono - sanno che succederà! Quando la ragione dell’asino si farà ottusa, si sa – ahimè! - che sarà bastone e carota a farla tacere!

A ciascuno il suo tempo” – dice Qoelet - che probabilmente avrebbe profetizzato in questo modo: “c’è un tempo per ragliare e un tempo per nitrire.” Ora pare che sia tempo di ragliare e se non sei asino, dormi in piedi come un cavallo! Sii ancora un po’ paziente: gli asini torneranno ad essere umili e dignitosi animali da soma e i cavalli – chissà - a volare contro vento.

Così come le parole, nel silenzio, a parlarci….

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